mercoledì 15 aprile 2009

LA CACCIA ALLE STREGHE


Dalla fine del Quattrocento fino alla metà del Settecento in Europa si scatenò una massiccia operazione giudiziaria generalmente denominata caccia alle streghe, in molti paesi (soprattutto nei territori germanici e nel Nord Europa) si trattò di una vera e propria ossessione, alimentata spesso dalle stesse autorità che instillavano nella popolazione un terrore tale da portare a forme di comportamento irrazionali e maniacali, che spesso sfociavano in lapidazioni e massacri.
Scopo fondamentale dei processi per stregoneria era scoprire e annientare le streghe, ogni imputato doveva non solo confessare i propri crimini, ma soprattutto svelare i nomi dei complici.
La accusa di stregoneria implicava la pratica dei maleficia, la magia nera, attraverso il ricorso a poteri straordinari la strega (si credeva) era in grado di causare malattie, sterilità, morte a uomini e animali e persino influenzare le condizioni atmosferiche provocando inondazioni o carestie. Altra implicazione stretta della stregoneria era il patto col diavolo da cui derivava il potere di effettuare i maleficia, le streghe erano accusate di adorare il diavolo durante i sabba, riunioni notturne durante le quali avvenivano pratiche lascive, infanticidi ecc...
Prova legale del crimine era la confessione rilasciata dalla strega stessa, è però una prova alquanto discutibile visto che era quasi sempre estorta con la tortura.
A queste presunte streghe veniva in pratica data la colpa di tutte quelle malattie, problemi, e calamità che la medicina non era in grado di spiegare e risolvere.

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